mercoledì 28 novembre 2012

I Cent'anni di Nonna Antonietta

Nonna Antonietta, nasce a La Maddalena il 27 Novembre del 1912 in una località denominata Padule, al tempo così come oggi. Ad oggi é un'area ampiamente urbanizzata, ma in piccole parti conserva ancora quei tratti che la fanno ritornare alla mente come una località brulla, ma verde e rigogliosa di colori fra i più vivi e i profumi dello scavicciu (elicriso) e cisti, mirti e piccoli ginepri, rocce granitiche dalle forme più anomale e incantevoli, fra schizzi di mare durante le ponentate in fumo o nelle giornate di calma piatta con un mare paragonabile ad un lago incantato. In quest'angolo di paradiso della bella isola di La Maddalena vive la piccola nonnina: Antonietta Pitturru.
Bassa, piccola come un portafortuna da tenere in tasca, tenera e delicata vive in casa con il figlio più piccolo di tre Mario ( i suoi fratelli maggiori sono Domenico e Francesco), che ebbe dal marito oramai defunto da quarant'anni, Raimondo Bebbu, insieme poi alla nuora Giancarla e al nipote Andrea, che la curano con tutte le attenzioni che merita.

Antonietta ha trascorso sempre la sua vita sull'isola e nell'isola fra giochi inventati con le sorelle e i fratelli, i cugini e tutti coloro che vivevano nella bella Padule. Eh già, perché al tempo tutti abitavano l'uno affianco all'altro e l'unione della famiglia, dei rapporti umani erano dei presupposti primari nel quotidiano vivere. Valori che ad oggi in gran parte sono rari da trovare.
Antonietta seconda di cinque figli nasce da Amedea e Domenico ed i rispettivi fratelli e sorelle furono: Emanuele, Pietro, Giovanna, e Domenica a tutt'oggi vivente detta “Michina”, come teneramente ci piace chiamarla. La loro vita non trascorse fra gli agi o il benessere, ma sempre alla ricerca di un aiuto reciproco fra un fratellino ed una sorella. La solidarietà é sempre stata la loro parola d'ordine ed ancora avviene fra Antonietta e Michina, sorella più piccola, anche lei con la sua bell'età di 93 anni, poetessa e donna vivace.
Antonietta perse il padre quand'era ancora piccola, tant'è che le scuole che frequentò giunsero a malapena alla terza classe per poi servire ed aiutare a casa la madre Amedea. Amedea era una donna dolce e capace nel riuscire a sfamare i suoi cinque figli e fu fortunata quando si trasferirì insieme a loro poco più in là rispetto a dove vivevano, ovvero nella maestosa Villa Webber. Dentro la nota Villa, che poi più avanti negli anni vedrà prigioniero l'ex capo del Governo fascista, Benito Mussolini. Qui la madre si occupava di effettuare servizi di pulizia e di riassetto all'interno della maestosa e incantevole Villa, che ancor'oggi incanta nonostante lo stato di abbandono in cui imperversa. Lei, la piccola Antonietta crebbe con la felicità nel cuore e la madre gli insegnò l'attività che l'ha contraddistinta in casa sino ai 95 anni, ovvero l'arte di stirare e sistemare la casa con tutte le sue faccende.  Sino ai 95 lei si dedicava molto a questa faccenda domestica, utilizzando ferri surriscaldati sui fornelli del gas ed un tempo sulla brace. A 95 abbandonò quest'attività a lei cara, a causa di una caduta che le causò la rottura del femore, ma che nel giro di due mesi e mezzo si riprese pienamente rinunciando anche all'uso del bastone. Una tempra ed una forza che l'hanno sempre contraddistinta anche nei momenti più critici.
La sua grande dote di donna di casa ha fatto sì che si abituasse a tutte le più svariate attività casalinghe. Sin da piccola quindi fu abituata a lavorare, fra tante difficoltà, ma sempre affrontandole a testa alta.
Vivevano si nella tenuta di Villa Webber,ma di certo non era semplice, innanzitutto perché con la mamma, i fratelli e le sorelle trascorrevano le loro giornate in una delle piccole case che circondavano la tenuta. Un casolare con una o al massimo due ambienti, scarni, ma comunque ben accoglienti perché nella proprietà vi era anche un forno per il pane, con relativo orto e la presenza di alcuni animali: perciò la fame alle volte si fece fortunatamente sentir meno. Ma quando il declino della famiglia Webber procedette con velocità tale da ripercuotersi anche sulla servitù presente presso cui vi lavoravano Amedea ed Antonietta. La vita non era più così discreta come prima e quindi la famiglia si dovette adattare sempre di più ai continui cambiamenti, fra i quali anche quello spesso per Antonietta di trascorrere numerose giornate con degli zii presso la località di Guardia Vecchia.
Le guerre sempre più oppressive costrinsero ad allontanarsi dalla Villa, ma non pienamente da Padule e dalla zona futura che prenderà poi il nome di Via Barrettini (futura strada della panoramica). Ecco quindi che Antonietta si sposò con Raimondo, uomo vivace e sempre col sorriso sul viso. Un amore saldo e duraturo a lungo, vissuto sempre in questa porzione d'isola. Ecco quindi che lui lavorava come scalpellino presso Cava Francese, dove con fatica lavorò senza sosta per portare a casa un pezzo di pane, ma sempre con dignità ebbe modo di far crescere i propri figli. Ecco quindi che a seguire fu realizzata la prima casa costituita da tre stanze e dotata di un giardino molto semplice, ma sempre curato con annesso orticello e alcuni animali, quali: conigli, colombe, caprette ed ovviamente galline liete di circolare. Il loro rapporto perdurò a lungo ed Antonietta trovò in Raimondo, l'amore della sua vita. Un uomo sempre sorridente, simpatico e di compagnia da quel che sempre raccontano coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo (a me sarebbe piaciuto, ma egli morì troppo giovane!). Fu così però che il loro rapporto cessò nell'ottobre del 1972, quando a causa della malattia Raimondo abbandonò questa terra. Ma lei, non smise mai di guardare a testa alta la vita e così si rimboccò le maniche e tirò avanti la famiglia così come fece sua madre. Si ritrovò sempre circondata dall'amore di molti e tanti quali nipoti e amici che la ricordano con simpatia, appellandola col nome di Zia Antonietta o Tetta.
Nel frattempo continuò a frequentare la Chiesa alla quale é sempre legata, devota e caritatevole, recandosi tutte le domeniche alla Messa del mattino: recandosi a piedi da casa sin quasi all'età di 90 anni col suo passo veloce e salutando da un luogo all'altro i negozianti o amici.
Poi però sopraggiunse la sordità ed anche il fatto di “scendere in paese” da sola a piedi poteva essere un pericolo, così le uscite si ridussero ma  si avviava sempre con dedizione  alle sue attività casalinghe o recarsi nella campagna vicina, nella vecchia strada della panoramica per far la malva, ottimo rimedio naturale per la digestione. Durante le passeggiate dedicate al raccolto di questi mazzetti si dedicava a raccontare storie fantasiose e favole divertenti al nipotino Andrea.

La vita l'ha spesso posta di fronte a tante difficoltà o perdite: la mamma morì a causa di un'asma che peggiorò giorno dopo giorno sino a costringerla a ridurre la sua vita al letto o alla poltrona. I fratelli e la sorella Gianna hanno lasciato questa terra in età di avanzata vecchiaia, ma tutti loro si distinguevano per simpatia e bontà. Lei e la sorella Michina hanno proseguito a vivere nel quartiere di Padule: dedicandosi ai figli o a lavori di sartoria. Il legame fra Antonietta ed i nipoti delle sorelle e fratelli é sempre stato molto saldo ed ancora oggi molti di loro hanno stima e benevolenza nei suoi confronti.
Antonietta ad oggi compie Cento Anni: una vita spesso combattuta dalle difficoltà del tempo o dei dolori per perdite o per allontanamenti mai desiderati, ma che ne hanno fatto di lei una donna con una tempra straordinaria, un animo forte capace di stimolare chiunque si trovasse in difficoltà nei momenti del bisogno. Ha sempre desiderato di vedere i figli sistemati e così é stato; di aver dei nipoti e così è stato; di ricevere il dono di vedere ancora per lunghi anni albe e tramonti nella sua Maddalena e così è stato e ancora per lungo tempo ci sarà!
AUGURI NONNA A KENT'ANNOS!
Tuo nipote Andrea

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