Il malato terminale a La Maddalena sembra essere proprio l’ospedale Paolo Merlo. Questo almeno è quanto si deduce dall’”Atto Aziendale”, il documento sovrano tramite il quale il direttore generale Giovanni Antonio Fadda imposta il servizio sanitario in Gallura. Con la delibera 3598, approvata in sordina a ridosso del capodanno, parte da Olbia una sforbiciata in direzione dell’Isola che lascia poche speranze di sopravvivenza al nosocomio isolano voluto ed inaugurato da una classe politica virtuosa il 24 maggio del 1970. Nel dettaglio, si legge nel documento, verranno tagliati ulteriori posti letto dopo quelli già soppressi qualche anno fa, che passeranno da 35 a 30. Ma cosa ancora più grave, a sentire gli addetti ai lavori, e che la decurtazione riguarderà reparti chiave come l’ostetricia,la pediatria e addirittura l’oncologia. Inoltre è previsto un forte ridimensionamento delle unità di medicina e pronto soccorso declassate da strutture complesse a strutture semplici perdendo così autonomia finanziaria e organizzativa. Ma la decisione più grave che sicuramente non mancherà di suscitare fortissime polemiche è <<la graduale riduzione dell’attività sino alla soppressione del punto nascita>> visto che da ciò che si legge a pagina 22 della relazione <<essa è necessitata da esigenze di sicurezza della madre e del bambino.>> Tuttavia la ASL si dice pronta a predisporre un programma di elitrasporto in grado di collegare l’isola con Olbia dove è già attrezzata una superficie idonea. Qualcuno contesta però che gli elicotteri non viaggiano di notte, e inoltre su alcune complicanze come il distacco placentare bisogna intervenire subito per non mettere a rischio la vita della madre e del bambino. Quindi non inizia affatto bene il nuovo anno per i maddalenini, che vedono ulteriormente ridursi i servizi e aggravare sempre più la condizione di isolamento. Una possibile soluzione può essere data dalla politica, visto che il piano di organizzazione della ASL ora dovrà essere approvato dalla conferenza dei Sindaci (per La Maddalena Angelo Comiti) che a maggioranza dovranno esprimersi con parere favorevole o meno. Un eventuale voto negativo imporrebbe la predisposizione di un nuovo documento tenendo conto delle osservazioni proposte in sede di conferenza. I sindacati sono già sul piede di guerra. CGIL, CISL e UIL oltre a richiedere la concertazione locale con la dirigenza ASL ,si dicono pronti ad arrivare fino a Cagliari dove il piano dovrà essere approvato in via definitiva. Oltre a tutelare i posti di lavoro rivendicano anch’essi il diritto alla salute dei cittadini. Comunque sia, da una lettura attenta emergono anche alcune contraddizioni. Se da una parte viene più volte rimarcata la condizione di insularità quale elemento disagevole per garantire un servizio sanitario all’altezza dei bisogni, dall’altra si predispone una serie di riduzioni e soppressioni che stridono rispetto ai principi decantati con slancio nel voluminoso documento. Resta ora da vedere come la questione si svilupperà nei prossimi giorni, tenuto conto anche di una campagna elettorale ormai alle porte.PEONE
sabato 5 gennaio 2013
Vogliono affossare l'ospedale
Il malato terminale a La Maddalena sembra essere proprio l’ospedale Paolo Merlo. Questo almeno è quanto si deduce dall’”Atto Aziendale”, il documento sovrano tramite il quale il direttore generale Giovanni Antonio Fadda imposta il servizio sanitario in Gallura. Con la delibera 3598, approvata in sordina a ridosso del capodanno, parte da Olbia una sforbiciata in direzione dell’Isola che lascia poche speranze di sopravvivenza al nosocomio isolano voluto ed inaugurato da una classe politica virtuosa il 24 maggio del 1970. Nel dettaglio, si legge nel documento, verranno tagliati ulteriori posti letto dopo quelli già soppressi qualche anno fa, che passeranno da 35 a 30. Ma cosa ancora più grave, a sentire gli addetti ai lavori, e che la decurtazione riguarderà reparti chiave come l’ostetricia,la pediatria e addirittura l’oncologia. Inoltre è previsto un forte ridimensionamento delle unità di medicina e pronto soccorso declassate da strutture complesse a strutture semplici perdendo così autonomia finanziaria e organizzativa. Ma la decisione più grave che sicuramente non mancherà di suscitare fortissime polemiche è <<la graduale riduzione dell’attività sino alla soppressione del punto nascita>> visto che da ciò che si legge a pagina 22 della relazione <<essa è necessitata da esigenze di sicurezza della madre e del bambino.>> Tuttavia la ASL si dice pronta a predisporre un programma di elitrasporto in grado di collegare l’isola con Olbia dove è già attrezzata una superficie idonea. Qualcuno contesta però che gli elicotteri non viaggiano di notte, e inoltre su alcune complicanze come il distacco placentare bisogna intervenire subito per non mettere a rischio la vita della madre e del bambino. Quindi non inizia affatto bene il nuovo anno per i maddalenini, che vedono ulteriormente ridursi i servizi e aggravare sempre più la condizione di isolamento. Una possibile soluzione può essere data dalla politica, visto che il piano di organizzazione della ASL ora dovrà essere approvato dalla conferenza dei Sindaci (per La Maddalena Angelo Comiti) che a maggioranza dovranno esprimersi con parere favorevole o meno. Un eventuale voto negativo imporrebbe la predisposizione di un nuovo documento tenendo conto delle osservazioni proposte in sede di conferenza. I sindacati sono già sul piede di guerra. CGIL, CISL e UIL oltre a richiedere la concertazione locale con la dirigenza ASL ,si dicono pronti ad arrivare fino a Cagliari dove il piano dovrà essere approvato in via definitiva. Oltre a tutelare i posti di lavoro rivendicano anch’essi il diritto alla salute dei cittadini. Comunque sia, da una lettura attenta emergono anche alcune contraddizioni. Se da una parte viene più volte rimarcata la condizione di insularità quale elemento disagevole per garantire un servizio sanitario all’altezza dei bisogni, dall’altra si predispone una serie di riduzioni e soppressioni che stridono rispetto ai principi decantati con slancio nel voluminoso documento. Resta ora da vedere come la questione si svilupperà nei prossimi giorni, tenuto conto anche di una campagna elettorale ormai alle porte.PEONE

