giovedì 7 febbraio 2013

Il parco denuncia abusivi di caccia al cinghiale


Il parco denuncia che anonimi hanno usato lacci e gabbie abusive per la cattura degli ibridi di cinghiale sull’isola di Caprera. Lo ha potuto constatare nel corso dei giorni scorsi il personale del CTA – coordinamento territoriale mbientale,
Le 11 gabbie, al momento utilizzate e continuamente monitorate dal personale dell’ufficio ambiente dell’ente parco, dal personale del CTA e da quello del CFS Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito della campagna di eradicazione degli ibridi di cinghialexmaiale, rientrano all’interno di un programma di abbattimenti selettivi adeguatamente definito e subordinato a specifici vincoli normativi seguiti dal parco su indicazioni del ministero dell’ambiente. L’introduzione di gabbie non autorizzate per la cattura di fauna selvatica all’interno di un’area protetta da parte di privati cittadini- è scritto nella nota -  oltre che rappresentare un reato di tipo penale ai sensi dell’art.11 comma 3 L. 394, rischia di costituire un ulteriore ostacolo per la definitiva soluzione del problema legato alla presenza degli ibridi di cinghiale x maiale, non essendo chiara la natura e le finalità di tali catture.

Il parco  invita tutti i cittadini che dovessero individuare anomalie rispetto al posizionamento delle gabbie a segnalare al personale dell’ufficio ambiente del parco le proprie perplessità chiamando al numero di telefono 0789 – 790233 oppure rivolgendosi direttamente al personale del CTA – Coordinamento Territoriale Ambientale al numero 0789 - 721083 .Il parco, come si sa ,  si è occupato del problema del contenimento del numero di cinghiali fin dall’anno 2001, spendendo significative risorse pubbliche e operando con grandi sforzi organizzativi per affrontare problematiche di tipo normativo, sanitario e ambientale. Il lavoro realizzato in questi anni rischia di essere vanificato da atteggiamenti poco collaborativi e di nessun aiuto da parte della comunità. L’introduzione di questi animali a Caprera ha significato un danno ecologico significativo, maturato nel corso degli anni, il ricorso a metodi di abbattimenti selettivo all’interno di un’area protetta come il Parco Nazionale di La Maddalena deve comunque essere considerato uno strumento e una modalità eccezionale al fine esclusivo di salvaguardare questo habitat incredibilmente delicato, dove anche l’introduzione di specie “aliene” può costituire un elemento di distruzione per molte altre specie.Peone

 

Meteo