Le proposte ministeriali scaturite della
riunione del 28 maggio scorso al Ministero delle politiche agricole alimentari
e forestali a Roma sul tema della revisione delle disposizioni nazionali
dell’OCM (Organizzazione Comune dei Mercati) relativo al comparto
dell’ortofrutta, non sono state condivise dall’Assessorato regionale
dell’agricoltura. In sostanza il Mipaaf,
per consentire alle imprese di aggregarsi in O.P. (Organizzazione di
Produttori), richiederebbe un fatturato e un numero minimo di soci troppo
elevato per le potenzialità attuali delle imprese ortofrutticole della
Sardegna. Dopo aver riunito a Cagliari le attuali Organizzazioni di Produttori
ortofrutta della Sardegna ed avere ascoltato le problematiche da loro esposte, l’assessore
dell’agricoltura Oscar Cherchi ha deciso di scrivere al Ministero competente e
al Direttore Generale delle Politiche Internazionali e dell’Unione Europea:
‘Per l’ennesima volta siamo costretti ad alzare la voce per sottolineare le
differenze che esistono fra la nostra regione e quelle del resto d’Italia che
giustificano le nostre rimostranze. Il Governo sembra non voler capire che
l’insularità, la vastità della nostra isola e la conseguente bassa densità
abitativa sono caratteristiche che hanno rallentato l’antropizzazione del
territorio e, se da un lato questo ha contribuito a creare il fascino selvaggio
dei nostri paesaggi sia dell’interno che delle coste, dall’altro ha impedito
per ovvi motivi lo sviluppo di imprese di dimensioni paragonabili a quelle
della penisola per le quali anche il fatto di poter effettuare gli scambi
commerciali senza dover attraversare il mare ha rappresentato un vantaggio
rispetto alle nostre. Di tutto questo non si può non tenere conto e sarebbe
bene una volta per tutte che il Governo non ci costringesse a ricordarglielo ogni volta e per ogni cosa’.
Nella lettera, firmata dal Direttore del Servizio Politiche di Mercato
dell’assessorato, la regione,
recependo le osservazioni
scaturite dalla riunione con le O.P. del 7 giugno scorso a Cagliari, propone
che invece di un minimo di 25 imprese per formare una O.P. ne siano sufficienti
20 e che per la determinazione del fatturato minimo si possa applicare una diminuzione media del 25% sui fatturati
minimi imposti dal Ministero. ‘Una maggiore aggregazione – conclude l’assessore
– deve essere frutto di un processo naturale di condivisione di progetti e
strategie. L’imposizione di parametri più elevati senza tenere conto delle
particolarità e della crisi degli ultimi tempi comprometterebbe il cammino
virtuoso iniziato anni fa dalle imprese sarde verso il traguardo’.