giovedì 27 giugno 2013

Riceviamo e pubblichiamo


Il Workshop Operativo di installazioni effimere nel paesaggio mediterraneo Landworks-Sardinia, per la suaIII edizione ha visto protagonisti i territori dell’isola di Caprera, coinvolgendo e conducendo all’internodell’Arcipelago Maddalenino (dal 23 maggio al 2 giugno) 70 giovani professionisti, tra paesaggisti,architetti, biologi e artisti provenienti dai diversi continenti ( tra cui Europa, Asia e Australia) e dalle più rinomate istituzioni accademiche di architettura e paesaggio, oltre che 8 paesaggisti internazionali di chiara fama, provenienti dalla Svizzera, Germania, Libano, Australia, Tailandia e Giappone, insieme a fotografi,videomakers, osservatori e critici (oltre 90 persone). Questi  che durante il breve ma intenso periodo hanno esplorato, interagito, condiviso, analizzato, fotografato e ripreso, discusso, progettato e realizzato alcune installazioni effimere, animati dalle migliori intenzioni, trascinati da un crescente entusiasmo verso lavalorizzazione culturale dei territori e gli abitanti coinvolti. L’intenso programma culturale, composto da seminari, lezioni aperte, sopralluoghi e divertenti momenti di confronto con i curiosi intervenuti, è stato concepito principalmente per la lo scambio culturale tra i giovani partecipanti internazionali e i locali e ha potuto contare sul fondamentale supporto logistico degli amministratori che hanno entusiasticamente ospitato l’Iniziativa (principalmente Amministrazione Comunale di La Maddalena e Regione Sardegna, attraverso il Servizio territoriale demanio e patrimonio di Olbia e Tempio, oltre che il Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena). L'iniziativa, a forte valenza internazionale, multi-culturale e pluridisciplinare, ideata e diretta dal Paesaggista Stefan Tischer (Professore dell'Università di Sassari) per l’Associazione Culturale LandWorks, nasce nel 2011 e si sviluppa fondamentalmente all’interno del territorio Isolano, alla ricerca di una modalità alternative di lettura, analisi, interpretazione, rielaborazione, verso la progettazione e realizzazione di installazioni effimere e performative, sperimentando così modalità differenti di riqualificazione e valorizzazione dei suoi paesaggi culturali, oltre che di aree particolarmente sensibili, dal corposo vissuto storico-culturale, attualmente in evidente stato di abbandono. Il fine è quello di una loro valorizzazione a costo zero: tutti i materiali (naturali o artificiali) con cui vengono realizzate le installazioni reperiti in loco o comunque riciclati, vengono minuziosamente selezionati,recuperati e ri- adibiti a nuova funzione verso una nuova e ritrovata utilità; gli utensili per la lavorazione vengono temporaneamente ceduti dalle amministrazioni ospitanti, la forza lavoro è prerogativa dei partecipanti. A seguito di una prima fase progettuale, volutamente contenuta nei tempi e compatibilmente con la tempistica comunque stretta di periodo di svolgimento di tutta l’Iniziativa, gli attori coinvolti hanno dato più ampio spazio alla fase di realizzazione estemporanea, animati da un forte entusiasmo, supportato da una profonda conoscenza della propria professionalità e secondo la massima trasparenza possibile.Durante l’intenso periodo “caprerino”, la comunità multidisciplinare e multiculturale del LandWorks haprontamente illustrato intenzioni e condiviso progettualità basate su metodologie sperimentali, frutto dirielaborazione di una profonda conoscenza delle contemporanee strategie di valorizzazione e di protezione del patrimonio naturalistico, calandole nel prezioso contesto locale; la porzione di territorio isolano, campo di sperimentazione prescelto, concepito come vero e proprio laboratorio a cielo aperto, diventa così luogo di sperimentazione peculiare per un esempio virtuoso nell’ambito delle prassi contemporanee di progettazione e valorizzazione del Paesaggio Mediterraneo. Da un iniziale specifico interesse per l’ex area militare di Punta Rossa, oggi interdetta e di competenza della Regione Sardegna, le aree che hanno interessato le installazioni effimere e semi-permanenti si sono poi ampliate, sino ad interessare gli spazi monumentali degli ex magazzini diroccati di Porto Palma e i ruderi insistenti lungo il territorio di Poggio Bacca’. Le nuove installazioni paesaggistiche effimere (o land-architecture) sono state realizzate seguendo il criterio di un’imprescindibile rapporto di rispetto tra il nuovo elemento inserito e il contesto che lo ha accolto. Gli elementi più o meno effimeri inseriti nei nuovi contesti contribuiscono alla valorizzazione degli aspetti storico-culturali presenti, offrendo al contempo all’utente possibilità di una maggiore comprensione delvalore naturalistico-ecologico dei siti stessi, aprendo il territorio a nuove modalità di interpretazione che possano offrire sorprendenti stimoli per future azioni verso una riqualificazione continua nel tempo. Anche solo riportando l’attenzione del passante, locale o forestiero, sulle aree interessate, ormai dimenticate, sottoposte a incuria, o addirittura depauperate nel loro significato naturalistico e storico-culturale o sottoposte ad abusi di vario genere, sempre nel rispetto rigoroso del funzionamento ecologico (sia faunistico,che floristico) dell’ambiente ospitante, i nuovi interventi paesaggistici cercano di evitare il minimo disturbo ai danni del contesto in cui vengono posizionati, riuscendo a stabilire un rinnovato e armonioso rapporto dialogico con l’ambiente per il quale sono state ideate.Installazione Orange Chairs di Christian Phongphit L'installazione 'Orange Chairs', ideata dal Prof Christian PhongPhit, guest professor e team leader tra i paesaggisti internazionali inviati, rappresenta esempio eclatante di come l'espediente della installazione effimera possa risultare al servizio del paesaggio, nello specifico il composito patrimonio culturale e naturalistico di Poggio Bacca' che la ospita. La filosofia attraverso cui l'Associazione LandWorks opera nei confronti delle tematiche e dei luoghi interessati dai suoi interventi, secondo un’attitudine nei confronti della progettazione del territorio e delpaesaggio, nel rispetto della loro intrinseca realtà in movimento, e' più che mai riconoscibile nella realizzazione dell’installazione puntuale. L'espediente della seduta, rigorosamente recuperata e inserita inaspettatamente all’interno del nuovo contesto paesistico, rappresenta esempio singolare grazie al quale l’elemento sorpresa gioca duplice funzione: catturando l’attenzione su determinati scorci, stimolando la percezione di particolari inaspettati, suscitando nello spettatore divertimento, spaesamento o addirittura senso di contraddizione, fungendo contemporaneamente da elemento di supporto per una fruizione alternativa del luogo. L’installazione rappresenta per il fruitore sia opportunità di sosta, offrendo un punto di vista privilegiato sull’eccezionale paesaggio, che occasione di riflessione sul senso del passare del tempo e il vissuto di quei luoghi, composti tanto dalla componente del paesaggio naturale, quanto del vissuto culturale, testimoniato dagli edifici abbandonati (case matte) ancora oggi carichi di suggestioni e depositari della memoria locale. Il percorso attraverso cui sono state posizionate le sedute, riconvertite in oggetti che pur mantenendo la loro funzione principale, semplicemente posizionate in luogo altro, ritrovano una utilità, riacquistando senso, offre possibilità ai fruitori locali o semplicemente curiosi passanti, di riscoprire tutto il discorso storico esistente oltre le mura diroccate degli edifici, riportati all’attenzione dalle rinnovate sedute tramite vistoso colore arancio.Ripercorrendo i luoghi e i manufatti abbandonati (oggi ruderi), offrendo nuovi spunti di riflessione sul senso del luogo (genius loci) e sul futuro che gli stessi meriterebbero di avere, l'installazione paesaggistica offre, attraverso l'espediente della seduta, la possibilità allo spettatore di fruire di un itinerario narrativo lungo la storia, invitandolo, accompagnandolo e supportandolo lungo un percorso guidato alla meraviglia, stupore e qualità paesaggistica del luogo, mettendo in relazione il vissuto culturale con l' incommensurabile patrimonio naturalistico e i suoi abitanti. L’intervento nasce dunque volutamente per attrarre l'attenzione dei passanti più o meno occasionali, verso un rinnovato stupore e un’attenzione nei confronti di luoghi portatori di vissuto storico, oggi di difficile acceso, se non addirittura interdetti al pubblico; Attraverso un approccio di analisi, studio e realizzazione rispettosi del contesto, sia dal punto di vista storicoculturale, che naturale, l’installazione puntuale è stata realizzata nella speranza che vi sia una fruizione del risultato più visibile e tangibile nell’immediato, anche solo attraverso una semplice sosta, ma che possa fungere soprattutto da spunto per un possibile reale prossimo futuro per questi luoghi, da tradursi in una riqualificazione più mediata e permanente, anche grazie al contribuito della quanto mai inaspettata, tanto discussa installazione.

Annacaterina Piras

Coordinatore LandWorks

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