- Si è tenuto stamattina nella sede della
Regione un incontro sul Piano stralcio fasce fluviali tra l’assessore dei
Lavori pubblici, Angela Nonnis, delegata dal presidente Ugo Cappellacci, e gli
amministratori di Decimomannu, Marrubiu, San Nicolò d'Arcidano, Terralba e Uta.
“Ad oggi, dopo due anni di percorso, di confronti e di valutazioni degli studi
proposti dai Comuni, il Piano stralcio deve essere adottato” - ha detto Nonnis
- “entro il 22 giugno prossimo, in base al decreto legislativo 49 del 2010, le
mappe di pericolosità devono essere spedite inderogabilmente al ministero
dell’Ambiente”. I sindaci hanno chiesto di prendere in considerazione le
proprie osservazioni tecniche.IL PIANO FASCE. Il Piano, obbligatorio per legge,
definisce le aree di salvaguardia dei corsi d’acqua principali della Sardegna,
analizza 1200 chilometri di rete idrografica, interessa 280 Comuni isolani e
prevede la perimetrazione per 115 centri urbani. “I comuni di Terralba e Uta
sono gli unici due ancora esclusi dall'adozione preliminare del Piano - ha
aggiunto Nonnis - tuttavia, fatte salve le ulteriori osservazioni che gli enti
vorranno presentare, bisognerà provvedere al varo del provvedimento anche per
questi centri e in ogni caso sono certa che il presidente Cappellacci con tutta
Giunta si farà carico di accelerare tutte le procedure per le opere necessarie
alla mitigazione dei rischi”.
RISORSE.
Nella Finanziaria 2013 per il rischio idrogeologico sono stati stanziati 28
milioni di euro e altri 23 milioni sono stati pianificati l’anno scorso. A
queste risorse si aggiungono anche quelle europee accessibili una volta
trasmessa la carta di pericolosità ed elaborato il piano di gestione delle
alluvioni. “Il bacino idrografico del Flumini Mannu, quindi Assemini,
Decimomannu e Uta, quello del Rio Mogoro con Terralba, e Bosa, avranno la
priorità massima nell'assegnazione dei finanziamenti”, ha precisato
l’assessore. PERCORSO DI APPROVAZIONE. Il percorso di approvazione del Piano
adottato dalla Giunta regionale è stato finalizzato prima di tutto al confronto
con gli Enti locali. Dal 27 settembre al 7 ottobre 2011 si sono svolte le
conferenze preliminari con il territorio per recepire osservazioni e istanze. A
seguito di questa fase ed esaminate le indicazioni provenienti dalle
amministrazioni locali, il Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino nella
seduta del 3 settembre 2012 ha adottato preliminarmente il progetto del Piano.
Subito dopo è iniziato il percorso, tracciato dalla legge regionale 19 del 2006,
che porterà al varo definitivo.FONDAMENTALE STRUMENTO DI TUTELA.
"L'obiettivo finale è quello di ridurre gli eventuali vincoli e quindi di
rivisitare gli indici di pericolosità per consentire alle amministrazioni
locali di riappropriarsi del proprio territorio. Il Piano Fasce non rappresenta
alcuna ipoteca definitiva per il futuro - ha concluso l’assessore - ma deve
essere una risorsa, lo strumento per restituire i territori alle popolazioni,
nel pieno rispetto delle istanze locali e nella tutela irrinunciabile della
sicurezza".