giovedì 5 luglio 2012

Ritrovata la Corazzata Roma. Tra storia e scienza la cronaca del suo ritrovamento.
Nel Golfo dell' Asinara è stata identificata una parte del relitto della Corazzata Roma,
 adagiata a cir­ca 1000 metri di profondità ed a circa 16 miglia dalla costa sarda.
Le prime ed esclusive immagini del rèlitto sono state riprese dall' Ingegner Guido Gay
titolare della società Gaymarine S.r.l. che da molti anni conduce in zona
sperimentazioni di innovative apparecchiature di esplorazione subac­quea da lui i
deate e costruite. Grazie all'ausilio di un sofisticato robot subacqueo Pluto Palla, e ad
altri esclusivi strumenti imbarcati a bordo del catamarano Daedalus di proprietà dello
 stesso inge­gnere, il sito dove giace il relitto della corazzata ROMA è stato individuato e visitato.
Il personale della Marina Militare, imbarcato per l'occasione sul Daedalus su invito
 dell'ingegnere Gay, nostro connazionale, ha verificato la inequivocabile coerenza
 delle immagini di pezzi di arti­glieria contraerea imbarcata sulla corazzata Roma,
 riprese per la prima volta il giorno 17 giu­gno2012 e ripetute per la loro certificazione
il 28 giugno 2012.
Dopo 69 anni dall'affondamento è stato possibile assegnare la corretta posizione a
quello che la Ma­rina Militare ritiene uno dei più importanti Sacrari del mare; la Corazzata
 Roma fu affondata il nove settembre del 1943 da un aereo tedesco e nella quale
morirono 1352 marinai, insieme al comandan­te delle forze navali da battaglia della regia
Marina, l'ammiraglio di squadra Carlo Bergamini. Solo 622 furono i sopravvissuti.
La Gaymarine è una società specializzata nella progettazione e produzione
di veicoli e apparecchia­ture subacquee ad alta tecnologia ed in particolare dei
veicoli denominati Pluto, che sono stati co­struiti in centinaia di unità e sono
in uso in Italia anche sui cacciamine della Marina Militare e in
numerosi paesi esteri.
Per scaricare foto e video del ritrovamento: http://www.marina.difesa.it/Pagine/default.aspx
GUIDO  GAY
Ingegnere di 73 anni laureato al Politecnico di Milano nel 64, di origine piemontese,nazionalitàitaliana e svizzera, particolarmente dotato
come "inventore" ideatore progettista e costruttore in svariati campi della
tecnica sempre con idee ori­ginali fuori dagli schemi consueti, partiva nel
1968 come imprenditore di una ditta di strumenti elettronici di misura, appassionato velista e mari­naio, nei primi anni 70 iniziava a studiare i primi veicoli sottomarini teleguidati inserendosi nella storia come pioniere di questa tecni­ca, nel 1979 fondava la società GA YMARINE per la produzione dei sottomarini ro­botizzati PLUTO, specializzandosi in apparecchi molto adatti al settore militare della caccia alle mine e per ricerca scientifica, nel 1990 iniziava il progetto di un originale catamarano a vela, il DAEDALUS, adatto al diporto ma anche particolarmente at­trezzato per servire da nave madre ai veicoli sottomarini PLUTO, dopo una lunga e­sperienza di navigazione oceanica comprendente un giro del mondo e un secondo at­traversamento dell'oceano Pacifico, si dedicava a sperimentazioni di nuovi ritrovati per l'esplorazione dei profondi fondali marini.
Ritrovare la corazzata Roma è stata la sfida che ha permesso di creare nuovi strumen­ti che alla fine, oggi, hanno ottenuto un risultato da considerare all'avanguardia nel mondo.





ATTIVITÀ SVOLTA DALLA MARINA MILITARE
Le attività di ricerca della corazzata Roma svolte dalla Marina Militare nel Golfo
dell' Asinara si sono protratte negli ultimi 15 anni.
Inizialmente furono eseguite semplici attività esplorative per la raccolta dei dati
idrografici e geofi­sici connessi all'aggiornamento della cartografia ufficiale edita
dall 'Istituto Idrografico della Mari­na, fino a raggiungere un'estesa e completa mappatura
dei fondali del Golfo dell' Asinara nel 2007 con una complessa attività in mare che ha visto
operare varie Unità della Marina e team di idrografi e subacquei esperti di ricerca su alti fondali.
Una prima fase di ricerca, svolta dal 1996 al 2003, ha visto impegnate le unità
 idroceanografiche MAGNAGlll (1996 e 2000) e MIRTO (1997) in esplorazioni di
aree circoscritte ai punti di affon­damento riportati dall' archivio storico della Marina Militare.
Queste evidenziarono, su fondali non superiori a 300 metri, specifiche anomalie
successivamente investigate da unità Cacciamine e da Nave ANTEO (2001-2003); gli esiti a suo tempo furono negativi.
I limiti di impiego dei sistemi e mezzi di allora e la mancata integrazione progressiva
dei risultati ottenuti nelle campagne portò, quindi, all'istituzione nel 2007 di una Cellula
 di valutazione com­posta di un gruppo di esperti specialisti Marina Militare sia nel campo s
ubacqueo, che nel settore idrografico presso il Comando Subacquei ed Incursori
del Varignano, dove nel tempo fu concentra­ta tutta la documentazione storica/scientifica -
 anche di carattere prettamente militare - per una completa analisi storica.
Sulla base dei dati complessivamente raccolti fu, in seguito, possibile definire
una mappatura ambientale del fondale marino estesa a tutto il Golfo dell' Asinara.
La successiva attività di mappatura svolta nel 2007 vide impegnate nave ANTEO e
 le navi idro­grafiche ARETUSA e MAGNAGlll, equipaggiate con sistemi di mappatura a
 copertura totale per la batimetria. I moderni sistemi impiegati consentirono di mappare
in modo completo i fondali fino ad una profondità massima di circa 500/600 metri,
 localizzando circa 100 anomalie compatibili con le dimensioni di due tronconi del ROMA
visti affondare il 9 settembre su fondali regolari. Tali anomalie furono poi ispezionate
 dai ROV PLUTO PLUS e GIGAS, apparecchiature imbarcate sui cacciamine
della Marina Militare ma anche in quell'occasione con esito negativo. Quest'ultima
at­tività evidenziò i limiti d'impiego dei sistemi e dei mezzi allora disponibili nell'ambito
della Forza Armata.
Dagli esiti della ricerca svolta in questi anni la Marina Militare ha, quindi, maturato la
consape­volezza che l'attività di ricerca avrebbe dovuto concentrarsi nelle zone
più profonde e morfo­logicamente tormentate del Canyon presente nelle acque
del Golfo dell' Asinara su fondali ben superiori ai 600 metri. Purtroppo, su tali
fondali i sistemi e le apparecchiature in dotazione alle u­nità militari non avevano
la risoluzione adeguata per evidenziare i presunti due tronconi affondati del relitto
della Roma.
Dal 2007 ad oggi molti altri soggetti, alcuni dei quali hanno richiesto il diretto
coinvolgimento della Marina Militare, hanno manifestato la volontà ed hanno
condotto un'intensa attività di ricer­ca in diversi siti dove le anomalie o presunti
contatti si sono rilevati. Tutte queste attività di ricerca non sono riuscite a
 confermare la presenza dei resti della Corazzata Roma nei punti dove si erano
verificate le anomalie.





L'attività che, invece, solo recentemente a posto in essere l'Ing Guido GA Y titolare
della società "Gaymarine S.r.l.", che da molti anni conduce in zona sperimentazioni
di innovative apparecchiature di esplorazione subacquea, da lui 'ideate e costruite
(con particolare riferimento al proprio sistema esclusivo - robot subacqueo -
denominato PLUTO PALLA) ha invece dimostrato in maniera inequivocabile,
attraverso pregevoli immagini video, che le anomalie registrate dalle sue
apparecchiature sono effettivamente i resti del relitto della Corazzata ROMA.
L'intero sistema ideato è completato da sofisticati apparati di pro cessazione
dei segnali ed è imbarcato sul catamarano DAEDALUS di proprietà dell'ingegnere.
Per l'occasione, e su invito dello stesso Ing. Gay, sono stati imbarcati su tale unità 2
Ufficiali della Marina Militare (uno specialista idrografo ed un ufficiale specialista
 in pubblica informazione) alla presenza dei quali è stata confermata l'inequivocabile
coerenza delle immagini già riprese per la prima volta il 17 giugno 2012 dallo stesso
 Ing. Gay e ripetute in presenza del personale della Marina Militare il 28 giugno2012
 per la successiva certificazione.

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