Ad uno, ad uno vengono fuori i nemici dei referendum, che hanno paura della voce libera dei cittadini e vogliono imbavagliare l’intera Sardegna.
Ad esporsi per prime sono state le Province che pagheranno gli avvocati del TAR con i soldi dei sardi per tentare di impedire ai sardi di votare i referendum: hanno paura di essere travolte dal mare di SI dei cittadini che non ne possono più di enti che servono soltanto a creare nuova burocrazia e ad alimentare i centri di potere della politica.
Oggi è la volta del Consiglio Regionale, che ha detto NO all’ELECTION DAY, che avrebbe consentito l’accorpamento del primo turno delle elezioni amministrative sarde con le votazioni per il Referendum.
Il Consiglio Regionale, così come le Province usa i soldi dei sardi per difendere i privilegi della casta!
Poco importa che si spendano due volte i soldi dei sardi per i seggi elettorali: la speranza è che i sardi abbiano poca voglia di andare a votare due volte consecutive, che vadano al mare e non si raggiunga il quorum.
Ma i “Signori della politica” fanno male i loro conti: non saranno questi sotterfugi a fermare la valanga referendaria che travolgerà la stagnazione e la voglia di conservazione di un Palazzo distante mille chilometri dai sardi, tutto racchiuso in sé stesso per difendere contro tutto e contro tutti privilegi incomprensibili e intollerabili per la gente normale.