lunedì 5 agosto 2013

Un giovane maschio il delfino brutalmente ucciso in prossimità dell’Isola di Razzoli

Delfino

La notizia dell’uccisione del delfino trovato nei pressi dell’isola  di Razzoli , infilzato con un fioscina , ha scosso anche il mondo dei pescatori  che seppure , qualche  volta , proprio per la presenza dei delfini , non riescono a pescare , sono indignati dal fatto che  uccidere un animale  cosi docile , bello , socievole e soprattutto intelligente , non è degno neppure  di un killer abituato ad uccidere . Lo conferma Sergio D’Arco , proprietario della barca L’imbroglio , da tanti anni in mare  prima assieme al padre Giuseppe , ora per suo conto che afferma si , di nutrire “ odio e amore “  per questo mammifero , ma mai << avrei fatto una cosa del genere . Il gesto è proprio da criminali che  non meritano rispetto . Come si può infilzare cinicamente un mammifero che è ben voluto da tutti ,dai grandi , bambini con i  quali convive in maniera pacifica . Certo a noi pescatori la sua presenza  nelle acque in cui peschiamo , qualche volta è dannosa  , perché per andare  a trovare  da mangiare strappa le reti   arrecandoci danni notevoli .Ma non per questo siamo obbligati ad ucciderlo . Piuttosto , siccome con la presenza del delfino , in molti si creano anche lavoro , solo per farli vedere , quando nuotano e si spostano, portano i turisti sul gommone e sulle barche e gli mostrano lo spettacolo . >>Sarebbe il caso ,ora  che è successo questo fatto , che  chi di competenza come la regione ed il parco , vadano incontro ai pescatori che  vengono penalizzati proprio dal loro intervento , di riconoscergli  almeno i danni subiti  << non per questo però abbiamo il diritto  di uccidere un animale cosi tenero e dolce >> Era un giovane maschio dalle dimensioni di 2 metri e 40 centimetri non ancora foto identificato il delfino, Tursiops truncatus brutalmente infilzato con una fiocina in prossimità dell’Isola di Razzoli nel corso della mattinata di sabato scorso. Avvistato ancora in vita da un dipendente dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena l’animale è morto dopo un’agonia durata qualche ora a causa della profonda ferita riportata. Quasi impossibile risalire agli autori del vile gesto. Appurata la causa violenta della morte dell’animale, di concerto con il veterinario della “Rete regionale di recupero e di soccorso della fauna marina selvatica in difficoltà” si provvederà adesso allo smaltimento del corpo.


Significative e numerosissime le reazioni da parte di tante persone che a partire dall’immediata diffusione della notizia sui social network dell’Ente Parco hanno voluto commentare l’accaduto con disappunto esprimendo l’evidente stupore per l’inutilità del gesto.Peone

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