giovedì 26 gennaio 2012

Piano Casa: Rassu "Legge pienamente operante. Da opposizion​e solo sterili polemiche"

 
 

 “Mi vedo, mio malgrado, costretto a intervenire, anche al fine di superare le incertezze e il clima di terrore ingiustificatamente creato nei cittadini e nei funzionari pubblici, dalle dichiarazioni rilasciate da un esponente dell’opposizione che, con invidiabile disinvoltura e, probabilmente, con un po’ di superficialità, getta discredito sull’operato del massimo organo rappresentativo della Sardegna, sostenendo che la Legge Regionale 21, recentemente approvata dal Consiglio Regionale della Sardegna, sia ‘carta straccia e sarebbe giusto che anche la magistratura si interessasse delle concessioni che nel frattempo sono state rilasciate in attesa di un’approvazione delle norme che difficilmente arriverà’”. Lo ha dichiarato l’Assessore degli Enti Locali e Urbanistica, Nicolò Rassu.“A tal proposito, anche al fine di evitare sterili e inutili polemiche, il Consiglio dei ministri ha ritenuto di impugnare alcuni marginali passaggi della Legge Regionale 21 del 2011, in talune parti, e si sostiene potrebbero prestarsi a interpretazioni non conformi alla Costituzione. In particolare, si afferma che sarebbe censurabile la norma che prevedrebbe la possibilità per gli interventi del Piano Casa di derogare alle disposizioni del Codice Urbani. La legge regionale 21 del 2011, e già prima la legge 4 del 2009, prevedono semplicemente che gli interventi di ampliamento e di demolizione e ricostruzione disciplinati nel Piano Casa possano essere realizzati in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali e alle disposizioni normative regionali ma è appena il caso di osservare, che se ricadono in aree vincolate, richiedono il preventivo ed imprescindibile nulla osta paesaggistico, prescritto dall’art. 146 del Codice Urbani, da rilasciarsi nel rispetto delle medesime disposizioni”, ha aggiunto Rassu.“Si sostiene, poi, che la predetta norma sarebbe illegittima anche nella parte in cui deroga al D.M. del 1968 n° 1444. Al riguardo, basti osservare che in Sardegna il decreto citato non trova più applicazione da quasi quattro decenni, cioè da quanto è entrato in vigore il c.d. “Decreto Soddu”, oggi sostituito dal Decreto dell’Assessore degli Enti Locali, Finanze e urbanistica n° 2266/U del 20 dicembre 1983 (Decreto Floris)”, prosegue l’esponente dell’esecutivo. “Siamo certi che la Corte Costituzionale non potrà fare a meno di confermare l’orientamento ripetutamente espresso e ribadito anche nel corso dell’anno 2011, in relazione alla legittimità costituzionale di una legge della Regione Lombardia, secondo cui ‘La deroga dei parametri e indici urbanistici ed edilizi di cui al regolamento locale ovvero al piano regolatore comunale, sono legittime a condizione che si rispetti la disciplina delle distanze tra fabbricati, essendo quest’ultima materia inerente all’ordinamento civile e rientrante nella competenza legislativa esclusiva dello Stato’. Competenza, peraltro, che il legislatore regionale non ha mai inteso travalicare, come risulta anche dal testo dall’art. 7 della Legge regionale 21 del 2011, che espressamente sancisce che “è in ogni caso fatto salvo il rispetto del codice civile e dei diritti dei terzi”.“Siamo inoltre convinti del corretto operare della Giunta e del Consiglio Regionale della Sardegna e aspettiamo con serenità la decisione della Corte perché il tempo e le Istituzioni preposte non potranno che darci ragione. Sono fermamente convinto che il Piano Casa costituisca una vera opportunità di rilancio per la nostra economia e per la riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, in molti casi in stato di degrado. Oltre che un’occasione per le famiglie, le giovani coppie, come dimostrano gli oltre 15 mila interventi e, cosa più importante, il tutto senza procedere al consumo di nuovo territorio, considerato che gli ampliamenti avvengono su aree già urbanizzate”, ha affermato Rassu.“La legge regionale sul Piano Casa – ha concluso l’assessore Rassu – è pienamente operante e per questo voglio rassicurare tutti quelli che se ne vogliono avvalere per dare risposte a esigenze abitative delle famiglie sarde”.

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