: "La Regione si opponga al ricorso del governo contro la legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale. Se non lo farà per la Sardegna ci sarà un danno di oltre un miliardo di euro"
La decisione di non opporsi all'impugnazione del governo contro le norme sulle accise, approvate dal Consiglio regionale all'unanimità, provocherebbe alla Sardegna un danno di oltre un miliardo di euro. Lo sostengono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi (Attilio Dedoni, Michele Cossa, Luigi Crisponi) che hanno presentato un'interrogazione urgente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
Nell'interrogazione gli esponenti dei Riformatori chiedono di sapere cosa il presidente "intende fare per opporsi alla impugnativa del Governo che, ove accolta, provocherebbe alla Regione un danno economico valutabile in oltre un miliardo di euro; se intende costituire la Regione nel giudizio promosso dal Governo; se conferma le opinioni espresse qualche giorno fa, o almeno così riportate dalla stampa, dall’Assessore al Bilancio Paci che sosteneva le ragioni del Governo invece di quelle della Regione Sardegna".
I consiglieri regionali dei Riformatori ricordano che la norma sulle accise "è stata approvata all'unanimità dal Consiglio regionale" e in particolare che l'articolo 8 dello Statuto stabilisce che "nelle entrate spettanti alla regione sono comprese anche quelle che, sebbene relative a fattispecie tributarie maturate nell'ambito regionale, affluiscono, in attuazione di disposizioni legislative o per esigenze amministrative, ad uffici finanziari situati fuori del territorio della regione". Senza considerare che "la nuova norma di riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto Regionale sardo ha contestualmente legato ai maggiori proventi derivanti dalle nuove compartecipazioni l’imputazione al bilancio regionale della spesa sanitaria, delle spese relative al trasporto pubblico locale e alle misure di continuità territoriale".
La Corte Costituzionale, tra l'altro, ricordano ancora i Riformatori, "con sentenza n.95 del 2013 si è già espressa sulla materia delle entrate della Regione stigmatizzando l’inerzia Statale che “troppo a lungo ha fatto permanere uno stato di incertezza che determina conseguenze negative sulle finanze regionali, alle quali occorre tempestivamente porre rimedio, trasferendo, senza ulteriore indugio, le risorse determinate a norma dello statuto”.
Insomma, secondo i Riformatori, impugnare la norma sulle accise, equivale a impugnare lo stesso articolo 8 dello Statuto e dunque il governo regionale non può restare impassibile e non opporsi davanti alla Corte Costituzionale".